I DPI e la loro importanza per la sicurezza sul lavoro
- Marzo 7, 2025
- Posted by: Antonio Pedna
- Categoria: Sicurezza, Strumenti per la sicurezza

Antonio Pedna, Architetto, Consulente aziendale per l’innovazione in qualità, sicurezza e ambiente | Socio AIAS | TechIOSH | AIEMA | AICW
La sicurezza sul lavoro richiede un approccio organizzato e metodico. Prima di ricorrere ai Dispositivi di Protezione Individuale, è fondamentale seguire la gerarchia dei controlli del rischio, un modello che aiuta a identificare le misure più efficaci per la tutela dei lavoratori. Questo schema prevede una serie di interventi disposti in ordine di efficacia, dalla rimozione del pericolo fino alle soluzioni meno incisive. I DPI rappresentano l’ultima risorsa, da impiegare solo quando le altre strategie non sono sufficienti o applicabili.
La gerarchia dei controlli del rischio
La gerarchia dei controlli del rischio è un modello strutturato per la gestione della sicurezza sul lavoro, sviluppato inizialmente dal National Safety Council (NSC), un’organizzazione non governativa e no-profit statunitense fondata nel 1913, specializzata nella promozione della sicurezza e nella prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro. Questo approccio è stato successivamente adottato a livello normativo in diverse giurisdizioni, diventando un principio fondamentale nella regolamentazione della sicurezza.
Nell’Unione Europea, la gerarchia dei controlli è stata formalmente introdotta con la Direttiva 89/391/CEE, nota anche come “direttiva quadro” sulla sicurezza e salute dei lavoratori, emanata il 12 giugno 1989 e recepita dagli Stati membri per stabilire l’obbligo per i datori di lavoro di adottare misure preventive basate su un criterio di priorità: eliminazione del rischio, misure tecniche e organizzative, e solo in ultima istanza l’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
In Italia, questo principio è stato recepito con il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, il “Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro”, che ha reso l’applicazione della gerarchia dei controlli del rischio un obbligo vincolante per tutte le attività lavorative. Il decreto stabilisce che il datore di lavoro deve adottare le misure di prevenzione e protezione secondo un ordine di priorità, privilegiando soluzioni ingegneristiche e organizzative rispetto alle misure individuali.
Questo modello, riconosciuto a livello internazionale, costituisce la base per una gestione efficace della sicurezza, garantendo che le misure adottate siano il più possibile preventive e non reattive, riducendo il rischio alla fonte prima di ricorrere a soluzioni di protezione personale. I rischi devono essere controllati secondo quest’ordine di priorità:
– Eliminazione: rimozione completa del pericolo.
– Sostituzione: impiego di materiali o processi meno pericolosi.
– Controlli ingegneristici: isolamento del pericolo attraverso barriere fisiche o modifiche ai processi.
– Controlli amministrativi: adozione di procedure di lavoro sicure, formazione e rotazione del personale.
– Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): protezione dei lavoratori dai rischi residui.
I DPI, quindi non rappresentano la prima scelta, ma solo un supporto alle altre misure di controllo. Una gestione efficace della sicurezza sul lavoro richiede l’applicazione integrata di tutte le fasi della gerarchia dei controlli.
I DPI come ultima barriera di protezione
I Dispositivi di Protezione Individuale costituiscono l’ultima risorsa nella gerarchia dei controlli del rischio, destinati a ridurre l’impatto dei pericoli residui che non possono essere eliminati o gestiti con misure più efficaci. La loro protezione dipende dalla scelta appropriata, dal corretto utilizzo e da una manutenzione adeguata. Un DPI inadatto o impiegato in modo scorretto può compromettere la sicurezza, riducendo l’efficacia della protezione e, in alcuni casi, introducendo nuovi rischi.
Per garantire il loro uso efficace, è essenziale che una persona esperta analizzi la valutazione dei rischi e selezioni con attenzione l’attrezzatura più adatta. La scelta deve basarsi su un’attenta considerazione delle specificità del pericolo e dell’ambiente di lavoro, accoppiando il giusto livello di protezione con le soluzioni disponibili sul mercato. Una decisione che deve tenere conto della tipologia del rischio, dell’esposizione del lavoratore e della compatibilità del dispositivo con altre attrezzature di sicurezza. Solo un’analisi dettagliata e una scelta consapevole possono garantire una protezione efficace, riducendo i margini di errore e migliorando la sicurezza complessiva.
La scelta dei DPI: un processo fondamentale
I DPI rientrano nella categoria delle attrezzature di sicurezza e devono rispettare i requisiti stabiliti dal Regolamento (UE) 2016/425. Questo regolamento definisce gli obblighi per la progettazione, la produzione e la commercializzazione dei DPI, assicurando che garantiscano un livello adeguato di protezione per gli utilizzatori. La conformità è attestata dalla marcatura CE, che certifica il superamento delle verifiche di sicurezza e prestazione. I DPI non possono essere modificati o alterati, poiché qualsiasi intervento potrebbe comprometterne l’efficacia e renderli non conformi alle normative vigenti. Il regolamento li suddivide in tre categorie, in base al livello di rischio da cui proteggono:
- Categoria I: comprende dispositivi destinati a rischi minimi, come guanti da giardinaggio o occhiali da sole.
- Categoria II: include DPI progettati per proteggere da rischi significativi ma non letali, come caschi da lavoro e occhiali di protezione.
- Categoria III: riguarda attrezzature destinate a proteggere da rischi mortali o da gravi danni alla salute, come respiratori, tute protettive contro agenti chimici e dispositivi anticaduta.
La corretta classificazione dei DPI influisce sulle responsabilità dei datori di lavoro. Per i dispositivi di Categoria III, è obbligatorio fornire un addestramento specifico sull’uso corretto. L’avvenuta formazione deve essere documentata e, per alcuni DPI, è necessario rispettare requisiti normativi aggiuntivi.
Utilizzo corretto, manutenzione e controllo
È quindi necessario che i lavoratori ricevano una formazione specifica che consenta loro di comprendere le corrette modalità d’uso, i limiti di efficacia e le procedure per la manutenzione. L’addestramento deve prevedere istruzioni dettagliate su come indossare e rimuovere correttamente le attrezzature, oltre a insegnare a verificarne l’integrità prima dell’uso. Deve inoltre fornire indicazioni sulla pulizia, sulla conservazione e su come agire in caso di malfunzionamenti. Poiché le condizioni di lavoro e i rischi possono evolversi, la formazione deve essere costantemente aggiornata e affiancata da un monitoraggio continuo per garantire un utilizzo efficace delle protezioni disponibili.
Per garantire che i DPI mantengano la loro efficacia nel tempo, è fondamentale adottare un piano di manutenzione strutturato. L’uso prolungato può causare deterioramento, rendendo necessarie verifiche periodiche per individuare eventuali difetti o segni di usura. Ispezioni regolari consentono di sostituire tempestivamente le unità compromesse, preservando il livello di protezione richiesto. Seguire scrupolosamente le indicazioni del produttore per la pulizia e la conservazione aiuta a mantenere elevati standard di sicurezza.
Per i DPI di Categoria III, destinati a proteggere da rischi mortali o danni gravi alla salute, le ispezioni devono essere effettuate esclusivamente da personale esperto, in grado di riconoscere anche minime anomalie che potrebbero compromettere la protezione. La mancata individuazione di un difetto strutturale potrebbe avere conseguenze irreversibili, come il cedimento di un dispositivo durante un’emergenza. Un’imbracatura di sicurezza usurata, un autorespiratore con guarnizioni danneggiate o una tuta chimica compromessa possono mettere seriamente a rischio la vita dell’operatore.
L’importanza della cultura della sicurezza
Affidare la gestione dei DPI ai lavoratori, specialmente per quanto riguarda la pulizia e la verifica dello stato d’uso, non garantisce un risultato adeguato alla valutazione dei rischi. Inoltre, la manipolazione domestica di dispositivi contaminati da agenti chimici o biologici può esporre anche le loro famiglie a pericoli non previsti. Alcuni DPI, come gli indumenti ad alta visibilità, perdono le loro caratteristiche protettive se lavati con detergenti o procedure inadeguate. Per questo motivo, la manutenzione e la gestione dei DPI devono rimanere una responsabilità del datore di lavoro, che deve assicurare controlli professionali e un monitoraggio costante delle condizioni di sicurezza.
La gestione degli strumenti di protezione non può prescindere da una cultura della sicurezza ben radicata. Oltre alla selezione, alla formazione e alla manutenzione, è essenziale promuovere un ambiente di lavoro in cui la protezione personale sia percepita come una responsabilità condivisa e non come un obbligo imposto. Monitorare l’efficacia delle misure adottate e aggiornare costantemente le procedure di sicurezza permette di garantire che i lavoratori dispongano sempre di strumenti adeguati. Favorire il dialogo tra il personale e chi gestisce la sicurezza consente di migliorare continuamente le pratiche adottate, contribuendo a creare un ambiente più protetto e consapevole.