Safety e security: integrazione della sicurezza sul lavoro e della sicurezza fisica durante le trasferte

Safety e security: integrazione della sicurezza sul lavoro e della sicurezza fisica durante le trasferte

Antonio Pedna, TechIOSH, AIEMA, AICW, architetto, consulente di direzione esperto in sostenibilità, qualità, sicurezza e ambiente

La sicurezza sul lavoro e la sicurezza fisica, safety e security, sono due componenti complementari per la protezione dei lavoratori, soprattutto quando si trovano in trasferta. Nell’ambiente lavorativo odierno, dove le operazioni spesso trascendono i confini nazionali, la complessità di gestire questi due aspetti cresce significativamente. La safety si concentra sulla prevenzione di incidenti, infortuni e malattie professionali, proteggendo i lavoratori da rischi fisici, chimici, ergonomici e biologici che possono presentarsi nel luogo di lavoro.

La security si occupa di tutelare le persone e le proprietà aziendali da minacce esterne come furti, aggressioni, rapimenti, atti di terrorismo e altre forme di violenza. Quest’ultima include anche la gestione dei rischi durante i viaggi, particolarmente rilevante in paesi considerati ad alto rischio. L’efficace integrazione di safety e security diventa pertanto essenziale, soprattutto in contesti internazionali o in paesi con elevati livelli di rischio.

Il ruolo del professionista della security aziendale secondo la norma UNI 10459

La norma UNI 10459, “Attività professionali non regolamentate – Professionista della security – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”, definisce il ruolo del Professionista della Security Aziendale: un professionista incaricato di assicurare che tutte le misure di sicurezza aziendale siano coordinate e aggiornate per proteggere sia le persone che i beni dell’azienda.

Le sue principali responsabilità coprono diverse attività fondamentali, e per illustrare meglio cosa si intende per security, si possono considerare alcuni esempi pratici. Il controllo degli accessi prevede l’implementazione di sistemi di badge elettronici per regolare chi entra ed esce dagli edifici aziendali; la protezione delle informazioni implica l’adozione di misure di cybersecurity per proteggere i dati aziendali da hacker e attacchi informatici; la gestione delle emergenze comprende l’elaborazione di piani di risposta per eventi critici come incendi, terremoti o attacchi violenti, inclusi percorsi di evacuazione e punti di raccolta sicuri. Infine, la sorveglianza può prevedere l’uso di telecamere di sicurezza e altri dispositivi di monitoraggio per sorvegliare le aree sensibili e rilevare comportamenti sospetti.

Il professionista della security, quindi, conduce valutazioni dettagliate dei relativi rischi. Una delle sue funzioni principali è creare e implementare politiche e procedure di sicurezza che coprano tutti gli aspetti della sicurezza aziendale, inclusi, ad esempio, i viaggi: durante una trasferta in un paese con alto rischio di criminalità, valuta i pericoli legati a furti, rapine o rapimenti e propone misure per mitigare tali rischi.

Può sviluppare una procedura per l’evacuazione sicura degli uffici in caso di minacce terroristiche o una politica di gestione delle informazioni sensibili durante le trasferte. Forma i dipendenti sui rischi di security e sulle misure di prevenzione è un altro compito fondamentale. Il professionista organizza corsi e workshop per insegnare ai dipendenti come riconoscere e reagire alle situazioni di pericolo, come nel caso di tentativi di phishing via e-mail o di minacce fisiche durante i viaggi.

Monitora costantemente le condizioni di sicurezza e aggiornare le misure di protezione in base ai cambiamenti nelle situazioni di rischio è essenziale. Il professionista potrebbe monitorare le notizie internazionali per individuare nuove minacce o aggiornare i protocolli di sicurezza in risposta a incidenti recenti in una particolare area geografica.

La sentenza Bonatti

Il D.Lgs. 81/2008 richiede al datore di lavoro di valutare tutti i rischi cui sono esposti i propri lavoratori. Nel corso degli anni, questo perimetro si è esteso oltre la tradizionale considerazione dei rischi lavorativi dovuti alle interazioni con macchine, processi e sostanze, integrando anche altri tipi di rischi e includendo infine quelli legati alla sicurezza fisica, soprattutto in contesti internazionali o in aree ad alto rischio.

Un caso emblematico è la sentenza Bonatti. I dirigenti di questa impresa di costruzioni sono stati condannati per la morte di due lavoratori italiani sequestrati e uccisi in Libia nel 2015, con una sentenza che ha stabilito la loro responsabilità per non avere adottato misure adeguate per garantire la sicurezza dei lavoratori durante la trasferta in un paese ad alto rischio.

Questo caso illustra chiaramente che la sicurezza dei lavoratori non può essere limitata solo alla prevenzione degli incidenti sul lavoro tradizionali, ma deve includere anche la protezione contro minacce esterne come sequestri, attacchi terroristici e altri rischi legati alla sicurezza fisica. Un approccio integrato che richiede una valutazione accurata dei rischi specifici del contesto in cui i lavoratori operano, l’implementazione di misure di protezione adeguate e la formazione continua dei dipendenti su come gestire situazioni di emergenza.

Integrazione di safety e security durante le trasferte

La norma ISO 31030 “Travel Risk Management (TRM)” fornisce linee guida dettagliate per la gestione dei rischi legati ai viaggi aziendali, coprendo diversi aspetti fondamentali:

  • Pianificazione del viaggio.
  • Supporto ai viaggiatori.
  • Comunicazione e monitoraggio.
  • Risposta alle emergenze.

Ogni trasferta deve essere preceduta da una valutazione completa dei rischi, che consideri sia gli aspetti legati alla sicurezza sul lavoro che quelli legati alla sicurezza fisica, a partire da verificare i documenti necessari, i visti, assicurarsi che i mezzi di comunicazione siano affidabili, aggiornare le vaccinazioni in base alle raccomandazioni sanitarie, e comprendere la cultura locale per prevenire comportamenti rischiosi.

È opportuno anche che le aziende raccolgano informazioni sulla situazione igienica e l’ordine pubblico nel paese di destinazione, fondamentali per la sicurezza dei lavoratori, ed è importante conoscere le normative locali riguardanti il lavoro e la sicurezza per evitare problemi legali. Risorse come il Ministero degli Esteri, le ambasciate, le camere di commercio italiane all’estero, e i consulenti specializzati, sono fondamentali per ottenere informazioni dettagliate e consigli pratici.

Devono essere sviluppati piani di emergenza specifici per ogni trasferta, inclusi protocolli di evacuazione e punti di contatto di emergenza. I lavoratori devono essere formati su come gestire emergenze e riconoscere rischi locali. La formazione deve coprire sia aspetti di safety che di security, preparando i dipendenti ad affrontare situazioni critiche. Monitorare continuamente la situazione nei paesi di destinazione è essenziale, permettendo di adattare tempestivamente le misure di sicurezza alle condizioni in evoluzione.

Importanza delle considerazioni sulla security

Le considerazioni sulla security sono essenziali per la pianificazione delle trasferte, in particolare quando si tratta di paesi con un alto livello di rischio. La valutazione della sicurezza locale richiede un’analisi approfondita della situazione politica e sociale del paese di destinazione. È importante esaminare il livello di criminalità, valutare la presenza di minacce terroristiche e comprendere la stabilità politica. Queste informazioni possono influenzare direttamente le decisioni relative ai viaggi e le strategie di sicurezza da adottare. Inoltre, è fondamentale monitorare continuamente queste condizioni, poiché possono cambiare rapidamente e influenzare la sicurezza dei lavoratori sul campo.

Per quanto riguarda il protocollo di comunicazione, è fondamentale stabilire un sistema sicuro e affidabile che mantenga i lavoratori in costante contatto con la sede centrale. Questo sistema potrebbe includere check-in regolari a intervalli prestabiliti e l’utilizzo di sistemi di allarme che possono essere attivati in caso di emergenza. Inoltre, potrebbe essere utile implementare tecnologie di comunicazione che possano funzionare anche in condizioni di rete precarie, assicurando così che i lavoratori possano sempre raggiungere l’assistenza quando necessario.

La protezione personale durante le trasferte richiede un’attenta pianificazione e la messa in atto di protocolli di sicurezza che siano adeguati alle minacce identificate nella valutazione della sicurezza locale. Questo può includere la predisposizione di contatti locali affidabili, l’organizzazione di scorte per la protezione fisica dei lavoratori e l’accesso a dispositivi di sicurezza come GPS o allarmi personali. È importante anche formare i lavoratori su come utilizzare queste risorse e su come comportarsi in situazioni di potenziale pericolo, aumentando così la loro capacità di gestire le emergenze.

Infine, assicurare che i lavoratori siano coperti da polizze assicurative adeguate è un altro aspetto fondamentale. Queste devono includere coperture specifiche per i rischi associati al viaggio, come infortuni, malattie, rapimenti o altre emergenze che possono verificarsi in aree ad alto rischio. È importante che le polizze siano complete e adattate alle specificità del paese e delle attività da svolgere, garantendo così una protezione completa sotto ogni aspetto del viaggio.



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Author: Antonio Pedna
Architetto e Technical Member IOSH. Lavora da oltre vent'anni in grandi organizzazioni che progettano e costruiscono grandi opere infrastrutturali, in Italia e all'Estero, ricoprendo vari ruoli come coordinatore per la progettazione, coordinatore per l’esecuzione, RSPP, QHSE manager e occupandosi di project management, audit e compliance, risk management, riduzione dei costi, formazione e gestione delle risorse.

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